sabato 31 gennaio 2009

MASSIVE ATTACK-MEZZANINE


massive attack-mezzanine

ascolta qui angel

1998 da un anno è gia uscito il capolavoro dei radiohead ok computer. anno confuso britney spears è ancora un angioletto propaganda della verginita e del perbenismo repubblicano, george bush(cespuglio) non è ancora presidente, e le mode cominciano a sfaldarsi in un calderone di passato presente e futuro.la mania per il fine millennio rimbecillisce tutti e crea occasioni di guadagno per alcuni e i massive attack escono fuori con questo disco che dalle sue sonorità ci racconta bene le angoscie di fine millennio.
influenze rap,dub,psichedeliche,trip hop, ci condiscono l'ambiente metropolitano non piu con la frenesia della jugle o della drum n bass, ma con la rilassatezza e la rassegnazione di fine millennio in pieno stile cinematografico, in attesa di quel cambiamento/catastrofe/annullamento delle, avanguardie, stili,creatività; che sara il nuovo millennio (11/9/2001).
l'album si apre con la canzone angel suonata tutta sui bassi ovattati, distanti, quasi a riprendere il rumore della terra(o delle torri che crollano da distante)innovazioni elettroniche sintetizzatori.
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Sono brani di media lunga durata attorno ai cinque minuti nei quali si concentrano introspezione, mistero, oscurità e depressione proprio come nella prima track. I Massive Attack pertanto producono il loro album più rock allontanandosi dalla musica techno e lounge che aveva caratterizzato i vecchi lavori. Nei precedenti due full-length, avevano basato infatti la loro ricerca sull’aspetto ritmico. Questo è invece un’opera profonda, di analisi interiore, che vuole andare a ricercare ispirazione e verità nei meandri del pensiero. Atmosfere irreali elettrizzanti che vengono riscaldate dalla voce reggae di Horace Handy e dall’eccezionale voce di Elizabeth Fraser che, con la sua voce eterea trasfigura, ogni situazione come nella magnifica Tear Drop, vero capolavoro in questo genere. Il battito iniziale è proprio come un battito di un cuore che da incipit agli altri sturmenti, a un riff nascente di chitarra e al vocal.

Ogni cosa si estende in un quadro di serenità, celestiale, rendendo questo brano un classico indiscusso. Persiste sempre un timbro ipnotico in ogni song che estrania l’ascoltatore da ogni cosa. Oltre a questa caratteristica, ormai consolidata nel combo inglese, si ha anche un particolare accento delle chitarre e delle composizioni in generali più complesse e meditative. Si passa poi attraverso la psichedelica Inertia Creeps, la dolce e leggerissima Exchange, la riflessiva Dissolved Girl. Queste song rispecchiano ognuna un genere più di un'altra, esprimendo del resto le differenti differenze musicali dei membri della formazione inglese.

Continuando l’ascolto si apprezza la goticheggiante Man Next Door e la successiva sonnolenta Black Milk, che, con la fragile e appena sussurrata voce femminile, incanta l’ascoltatore in una sorta di sogno romantico. A seguire la title-track. Mezzanine inizia in un’atmosfera claustrofobica, che trasmette ansia per i colpi soffocati di batteria e per le profonde voci maschili. Il tutto in un clima di stordimento generale. Emerge un senso allucinogeno, di alienazione dalla realtà, con suoni narcotizzanti. E proprio su questi toni insistono le ultime due songs dell’album, Group Four e (Exchange), modificata e cantata. In questo modo si conclude uno dei lavori più innovativi del fine millennio che ha rivoluzionato non solo il proprio genere, ma tutto il mondo della musica, riuscendo nella difficile impresa di conciliare generi apparentemente inconciliabili.


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